La perdita di cibo lungo le filiere alimentari mondiali e gli alimenti letteralmente “buttati via” sono ormai sintomo di una situazione allarmante: sprechiamo circa il 40% dei 4 miliardi di tonnellate di cibo che produciamo ogni anno e buona parte di questo non passa nemmeno dal nostro tavolo, ma va direttamente nella spazzatura.

Una tavola imbandita, tipica del periodo natalizio

Tante sono le iniziative per evitare lo spreco di cibo (e qualcuna italiana potete trovarla qui) e quelle messe in atto dalle istituzioni: non ultima la Carta di Bologna presentata qualche settimana fa. Ma non sembra essere ancora abbastanza. C’è, infatti, ancora molto da fare e anche noi, nel nostro piccolo, siamo chiamati a cambiare abitudini alimentari. In nostro aiuto arrivano non solo buona volontà e progetti originali, ma anche tecnologia, innovazione e condivisione: app, piattaforme web, pagine Facebook e raccolte on line si moltiplicano in tutto il mondo per far fronte a questa grande emergenza. È impossibile non trovare una soluzione che fa al caso nostro!

Un esempio è Re-Food for Good! Nato a Lisbona due anni fa, per iniziativa di un sessantenne rimasto improvvisamente senza lavoro, il progetto ha come obiettivo quello di trovare il modo di traghettare le quantità di cibo in eccesso di abitazioni, ristoranti, supermercati, verso i soggetti non in grado di provvedere al proprio sostentamento. Hunter Halder, questo il nome dell’ideatore statunitense, ha iniziato a farlo di persona, raccogliendo porta a porta i prodotti alimentari e consegnandoli a domicilio con l’aiuto di una bicicletta: oggi il progetto sfama circa 300 persone al giorno e coinvolge una rete di altrettanti volontari, che raccoglie il cibo in eccesso da ristoranti, bar e panifici di quartiere.

Simile è l’iniziativa italiana Il Pasto Buono, ossia un pasto garantito per chi non ha la possibilità di averlo ogni giorno. Nata a Genova nel 2007, è una risposta concreta agli sprechi alimentari promossa da Qui Foundation. Il progetto ha avuto grande successo: solo nel 2012 Pasto Buono ha consentito di donare circa 50.000 pasti e proprio grazie a questo risultato si sta diffondendo in tutta Italia. Ogni Pasto Buono ha una sua rete di punti di ristorazione aderenti: a Roma ad esempio li contrassegna una vetrofania che recita il motto “Doniamo il pasto, è la cosa giusta da fare”.

Come dicevamo, non mancano anche le tecnologie. Give your calories è un’app per smartophone, sviluppata dall’associazione internazionale Action Against Hunger. Il funzionamento è molto intuitivo: fotografi il cibo che stai mangiando, l’app lo identifica (e se non riesce a farlo, ciascun utente può provvedere ad aggiungere l’alimento) e lo converte in dollari. Il pasto che si sta consumando diventa denaro da devolvere in beneficenza ad organizzazioni umanitarie impegnate nella lotta contro la fame.

spreco alimentare

Anche le grandi catene di distribuzione, responsabili di buona parte dello spreco, hanno deciso di mettersi in movimento. All’interno del PINPAS (Piano Nazionale di Prevenzione degli Sprechi Alimentari) avviato dal Ministero dell’Ambiente, il progetto One Planet Food del WWF sviluppa in triangolazione con le imprese della filiera agroalimentare (produttori, grande distribuzione e ristorazione) campagne di comunicazione e sensibilizzazione rivolte ai consumatori finali, misure di prevenzione e progetti concreti per ridurre la quantità di prodotti alimentari che finiscono tra i rifiuti. Tra questi Auchan, Autogrill, Ikea e Simply hanno scelto di essere dalla parte del Pianeta: l’obiettivo è raggiungere una maggiore sostenibilità alimentare attraverso la consapevolezza e adozione di buone pratiche lungo tutta la filiera, modificando il sistema a monte, il nostro modo di produrre e di consumare, nonché di mangiare.

In particolare, la campagna di Simply, Insieme per non alimentare lo spreco, usa l’ironia e le vignette per convincere i consumatori a non sprecare, offrendo consigli e suggerimenti su come ridurre lo spreco in ambito domestico (con una corretta pianificazione della spesa, porzioni ridotte, giuste quantità in cucina…). Ambasciatori del progetto i Viveri e Vegeti: i cibi che ogni giorno più facilmente sprechiamo in casa, anche se ancora buoni. Ogni prodotto ha una storia, che può essere votata sui social WWF da un’area dedicata sui siti Simply.

L’Ikea, invece, ha lanciato in tutti i suoi punti vendita una nuova vaschetta d’asporto biodegradabile per il cibo che i clienti non riescono a finire al ristorante.

La celebre catena Autogrill ha lanciato un progetto sperimentale che coinvolge le aree autostradali alle porte di Milano. L’iniziativa prevede lo sviluppo di una filiera integrata grazie alla quale i rifiuti organici degli autogrill interessati sono trasformati in compost biologico, utilizzato per concimare l’orto didattico della vicina Oasi WWF Bosco di Vanzago.

L’Auchan, infine, ha deciso di entrare direttamente in cucina e di proporre un libro di ricette anti-spreco. Tutti gli appassionati di cucina possono inviare la propria ricetta realizzata con gli scarti e continuare ad alimentare la sezione del sito Insieme contro gli sprechi. Le migliori ricette proposte nel 2013 e 2014 sono state selezionate da Lisa Casali, testimonial del WWF ed eco-foodblogger, e sono diventate un ottimo regalo per Natale.

Insomma, tutti pian piano stanno cercando di far fronte ad un’emergenza che ha conseguenze devastanti non solo per l’umanità, ma anche sull’ambiente e le specie animali. Ora tocca a voi: scegliete il vostro progetto!

logo quadrato con claim trasparentedi Annalisa Audino per eHabitat.it