Plastica, cartone, vetro, metallo… Potendo scegliere dove conservare il nostro cibo, verso quale tipo di imballaggio ci orientiamo?

Negli ultimi anni, numerosi sono stati gli studi condotti in Europa per indagare le scelte dei consumatori. Campagne di sensibilizzazione a favore della raccolta differenziata e, ancor più oggi rispetto a ieri, verso una maggiore attenzione alla riduzione dei rifiuti (e quindi degli imballaggi a monte), hanno contribuito alla formazione di un’opinione sensata e realistica in merito.

Secondo uno studio condotto da Assovetro (Associazione Nazionale degli industriali del Vetro) nel 2014, i consumatori italiani ed europei in generale, scelgono il vetro. Lo trovano infatti l’imballaggio più sicuro a livello alimentare, in confronto alla molto più temuta plastica e, inoltre, ritengono sia più facilmente riciclabile rispetto agli altri materiali.

scaffali

E’ proprio così. Il vetro è un materiale che può essere riciclato quasi all’infinito, è facilmente lavabile, resiste alle alte temperature, quindi adatto a subire innumerevoli processi di igienizzazione e, soprattutto, non contamina o altera la qualità del cibo che contiene! Condizioni queste che sono in grado di influenzare anche l’acquisto di un determinato prodotto. Per quanto riguarda i cibi in “scatola”, ad esempio, tra un barattolo di latta e uno di vetro, sempre più consumatori sono orientati a scegliere quest’ultimo, soprattutto per i prodotti a lunga conservazione che potrebbero assorbire componenti del contenitore stesso.

La plastica, invece, è in fondo alla classifica: considerata peggiore tra tutti, non in grado di proteggere sufficientemente gli alimenti da contaminazioni chimiche, non è adatta al confezionamento di cibi caldi ed è suscettibile al calore anche durante il lavaggio. Le fanno compagnia i metalli, le lattine e i barattoli in alluminio che non godono di un grande apprezzamento da parte dei consumatori, con motivazioni pressoché simili.

Carta, cartone e tetrapack sono favoriti rispetto alla plastica, ma non rispetto al vetro anche se più leggeri. Buste di carta e contenitori in cartone sono ottimi per prodotti secchi e farine, anche se il consumatore può temere non proteggano abbastanza dagli agenti esterni come l’umidità.

bottiglie di vetro

Se visto da un’ottica di sostenibilità e riduzione degli imballaggi, il vetro è sicuramente il migliore.

Avvalora questa tesi il largo utilizzo che sta tornando ad avere grazie anche alla diffusione di negozi che vendono prodotti sfusi dove si acquista la merce in contenitori di vetro a rendere nella quantità desiderata. Sempre più centri commerciali offrono la possibilità di acquistare prodotti sfusi sia alimentari che per l’igiene personale, magari portando da casa il proprio contenitore a costi contenuti per il consumatore. Queste nuove abitudini apportano un notevole beneficio al benessere del pianeta, riducendone così l’impatto ambientaledegli imballaggi. Secondo alcuni dati raccolti da Assovetro “la produzione nazionale vetraria è risultata nel 2015 pari a 5.243.733 tonnellate a fronte delle 5.296.134 tonn. del 2014, evidenziando una flessione complessiva di circa l’1%. “

Derivano, quindi, molteplici vantaggi dalla preferenza data all’acquisto di alimenti in contenitori di vetro: minor produzione di vetro come materia prima, dovuta all’utilizzo del vuoto a rendere o all’eventuale riciclo del vetro a costi minori rispetto agli altri materiali esistenti, nonché minori quantità di imballaggi di altro tipo da dover riciclare.

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Daniela Zora