La riduzione dei rifiuti è uno degli obiettivi principali delle politiche ambientali dell’Unione europea. Negli ultimi anni (non solo in Italia) abbiamo assistito ad una contrazione della produzione dei rifiuti. Le cause di questo fenomeno sono da ritrovare nella crisi economica, nel calo dei consumi, nella dematerializzazione dell’economia e in ultima analisi nell’impegno delle aziende a produrre prodotti e imballaggi ecofriendly.

Quest’anno la Settimana Europea per la Riduzioni dei Rifiuti (SERR), che ricordiamo prenderà il via il 21 novembre per concludersi il 29, si concentra sulla dematerializzazione, ossia “la riduzione o l’eliminazione dell’uso di materiali nello svolgimento di una funzione, nell’erogazione di un servizio, e/o la sostituzione di un bene con un servizio. Un esempio è la digitalizzazione dei documenti e l’informatizzazione dei processi e delle comunicazioni ma anche la condivisione di uno stesso bene fra più persone con il conseguente passaggio dal possesso all’utilizzo”.

Ma intanto qual’è il flusso dei rifiuti solidi urbani?

I dati. A livello di europeo, considerando tutti i 28 Stati, tra il 2010 e il 2011 il calo registrato era stato pari allo 0,9%. Nel 2012 la flessione rispetto al 2011 è stata del 2,4%, dai 253 milioni di tonnellate del 2011 si è passati ai circa 246,8 milioni di tonnellate del 2012. Invece se si considerano i dati relativi alla UE-15 la riduzione registrata tra il 2011 e il 2012 è pari al 2,6% (da circa 214,6 milioni a quasi 209 milioni di tonnellate), mentre in riferimento ai nuovi Stati membri, si rileva nello stesso periodo una flessione dell’1,4% (da circa 38,4 milioni a circa 37,8 milioni di tonnellate).

In Italia nel 2013, la produzione nazionale dei rifiuti urbani è stata di circa 29,6 milioni di tonnellate, registrando una riduzione dell’1,3% (quasi 400 mila tonnellate rispetto al 2012). Questa contrazione segue i cali registrati sia nel 2011 che nel 2012, andando così a determinare una riduzione complessiva dell’8,9% rispetto al 2010, pari a 2,9 milioni di tonnellate.

I dati ufficiali, forniti dall’Ispra e dalla European Environment Agency, si fermano al 2013. Ma è possibile fornire, grazie alla banca dati di Eco dalle Città, i dati relativi al 2014 e 2015 per quanto riguarda le principali città italiane così da determinare la tendenza della produzione rifiuti in Italia.

Nel 2014, la forte contrazione registrata negli anni precedenti si è ridimensionata, infatti se si considerano i dati di Roma, Milano, Torino e Napoli (le principali città italiane nelle quali risiede più del 10% della popolazione) la produzione dei rifiuti è calata solo dello 0,3% (una flessione di 9.473 tonnellate). Nel dettaglio Napoli e Milano mostrano un aumento della produzione di rifiuti urbani. In particolare Milano +2,37% (un aumento di 15.803 tonnellate) mentre a Napoli l’aumento è più contenuto, solo un +0,83% (un aumento di 4.165 tonnellate). Nelle altre due città di riferimento, Roma e Torino, l’andamento è negativo. Nella Capitale è stata registrata, rispetto al 2013, una diminuzione di rifiuti urbani prodotti del -1,56% (una diminuzione di circa 27.000 tonnellate) mentre nel capoluogo sabaudo la diminuzione è stata del -0,59% (2.441 tonnellate in meno).

Il dato di queste quattro città, in attesa dei dati ufficiali dell’Ispra, mostra come la tendenza al calo nel 2014 si sia quasi arrestata. Probabilmente a influire su questo dato è stata, seppur modestissima, la ripresa dei consumi.

Per quanto riguarda i primi dati del 2015, due sono io dati che meritano di essere presi inconsiderazione ossia quelli di Milano e Torino. Infatti se si considerano i primi otto mesi dell’anno, da gennaio ad agosto, la produzione totale di rifiuti di Milano fa segnare un +0,4% (un aumento di 1689 tonnellate) mentre per quanto riguarda Torino la produzione di rifiuti è in calo dello 0,87% (una diminuzione di 2.368 tonnellate). Per quanto riguarda Milano bisogna precisare che nei dati non sono computati i rifiuti prodotti nei siti Expo.

Questi due dati sembrano in contro tendenza tra loro, ma sono ambedue minimi. Sono spostamenti inferiori all’1%. Si può parlare di una frenata generale al calo dei rifiuti. Anche se a Genova nei primi tre mesi dell’anno c’è stato un calo del 5% per cento. Torino e soprattutto Milano mostrano però come ci sia stato un aumento soprattutto tra giugno e agosto, e forse questo lo si vedrà emergere anche in altre città italiane.

Da una parte la dematerializzazione soprattutto per la carta, e le nuove tendenze culturali alla sobrietà. Dall’altra una annunciata (anche se non sempre verificata) ripresa dei consumi.

Si vedrà nei prossimi mesi quale sarà il segno prevalente nei cassonetti.

edcLuigi Vendola