Siamo dei consumatori responsabili. Siamo oculati negli acquisti, tendenzialmente compriamo ciò di cui abbiamo davvero bisogno e cerchiamo di scegliere prodotti il cui impatto ambientale, a partire dagli imballaggi, sia ridotto al minimo, quando non del tutto assente.

Eppure, negli anni, in casa si sono inevitabilmente ed inesorabilmente accumulati oggetti di ogni tipo che non servono che a erodere il nostro spazio vitale. Secondo uno studio condotto recentemente negli Stati Uniti, utilizziamo soltanto il 20% di ciò che possediamo, e allora cosa fare per “dematerializzare” senza creare inutili rifiuti?

decluttering-casa

Il decluttering è la pratica di liberarsi di cose vecchie e inutili e, se adeguatamente ragionato, può diventare un ottimo punto di partenza per innescare virtuosi meccanismi di economia circolare. Oltre, naturalmente, a essere una buona scusa per migliorare la propria qualità della vita tramite lo space cleaning, ossia la riorganizzazione efficace degli spazi.

Ovviamente, decluttering non significa chiudere gli occhi, aprire il cuore e gettare via tutto. Perché la pratica abbia senso in ottica dematerializzazione, la parola d’ordine deve essere l’assenza di spreco. Un buon metodo è quello di porsi le giuste domande: l’oggetto funziona? Quando l’ho usato l’ultima volta? Può essere usato per altro? Può essere usato da altri?

A partire dalle risposte, il primo passo è riesumare quanto ancora ci serve ma, per via delle sue condizioni, giace in fondo al cassetto: la gonna con l’orlo da ricucire, il trapano da riparare, le scarpe da risuolare… Decidere se adoperarsi in prima persona o avvalersi dell’operato di esperti professionisti per recuperare oggetti ancora utili e utilizzabili ed evitare acquisti superflui dipende dalla propria manualità, capacità o fiducia in se stessi. Il riciclo creativo non è che un ulteriore passo in questa direzione e, grazie alla rete e alla diffusione di tutorial di ogni tipo, trovare online l’idea di upcycling che più si adatta alla situazione è semplice e immediato.

upcycling-45

Ma torniamo al decluttering: in seconda battuta, dopo aver selezionato negli armadi, nei cassetti, nella credenza o negli altri mobili gli oggetti di cui disfarsi, è bene verificare se qualcosa può essere ancora prezioso per altri. Servendosi di scatole di cartone, si possono separare gli oggetti che si desidera regalare ad amici e conoscenti (Te lo regalo se vieni a prenderlo o i molti altri gruppi su Facebook che si propongono come piattaforme di contatto e scambio possono essere ottime soluzioni), barattare (qui abbiamo parlato di swap party), provare a vendere online, nei negozi o nei mercatini dell’usato, oppure donare agli enti di riferimento.

Se il problema è, ad esempio, una biblioteca straripante che non lascia spazio a nuove letture, sono molte le iniziative sul territorio nazionale che danno la possibilità di offrire i propri libri a ospedali, scuole, centri culturali. Un caso fra tutti: a Torino nel febbraio scorso si è svolto il progetto “Regalibri”, raccolta di libri fra cittadini che ha consentito il recupero di 7000 volumi da destinare alle scuole primarie di primo e secondo grado.

libri-1

Solo e soltanto come ultima opzione, si possono individuare quegli oggetti che devono essere smaltiti, rigorosamente nel rispetto delle normative vigenti in materia di raccolta differenziata.

A questo punto, avremo terminato la nostra operazione di decluttering e ci accorgeremo di quanto rinunciare al superfluo in favore di un modo di vivere più essenziale e sostenibile sia efficace e liberatorio. Fra le mura domestiche, la dematerializzazione non è altro che una decrescita felice.

logo-quadrato-con-claim-trasparente-e1413477569439

 

Valentina Tibaldi