I rifiuti alimentari negli Stati Uniti sono diventati un vero e proprio problema, rappresentano circa il 31% degli approvvigionamenti alimentari della nazione per un valore pari a 182 miliardi di euro. Questo tipo di rifiutirappresenta il 21% dei rifiuti solidi urbani che confluiscono in discarica, e di conseguenza rappresenta la parte del leone delle emissioni di metano delle discariche. Il metano, come noto, è un gas serra con un potenziale di riscaldamento pari a 21 volte quello dell’anidride carbonica – e le discariche sono la terza fonte di emissioni di metano negli Stati Uniti.

Date le dimensioni del problema, il Segretario all’Agricoltura degli Stati Uniti Tom Vilsack e Stan Meiburg Deputy Administrator dell’EPA hanno annunciato che, entro il 2030 verrà ridotta del 50% la produzione di rifiuti derivanti dal cibo. Infatti il governo federale, grazie ad una nuova partnership con il settore privato, le organizzazioni no profit e i governi statali ha avviato nuovi progetti per raggiungere l’obiettivo.

“Il nostro nuovo obiettivo di riduzione dimostra la leadership degli Stati Uniti a livello globale per ottenere cibo sano per i cittadini che ne hanno bisogno, per proteggere le nostre risorse naturali, ridurre l’inquinamento ambientale, e la promozione di approcci innovativi per ridurre la perdita di cibo e rifiuti”, come riferito da un comunicato dello stesso Vilsack.

Questa non è la prima volta che il governo federale lavora sul tema dei rifiuti alimentari, già nel 2013 il Dipartimento dell’Agricoltura e EPA avevano lanciato la “U.S. Food Waste Challenge”, un programma che offre a organizzazioni e associazioni il luogo per condividere le pratiche per la riduzione, il recupero e il riciclaggio dei rifiuti alimentari. Entro la fine dello scorso anno, la sfida ha avuto più di 4.000 partecipanti attivi, ben oltre l’obiettivo di 1.000 partecipanti entro il 2020.

 

Luigi Vendola

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