Le pile usate e le batterie esauste sono considerate rifiuti speciali pericolosi. Buttarle nel secco indifferenziato significa inquinare l’ambiente: le sostanze di cui sono composte possono infatti costituire un potenziale pericolo sia per la salute umana che per l’ambiente che ci circonda, a causa della loro elevata tossicità. Ecco perché è importante smaltirle correttamente. Scopriamo insieme come fare.

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Perché riciclare pile e batterie

Col termine pila si fa riferimento ad una fonte di energia elettrica ottenuta attraverso la trasformazione di energia chimica. Il termine comprende le batterie primarie (cioè le pile non ricaricabili) e le batterie secondarie ricaricabili (accumulatori).

Le batterie primarie possono essere di tipo:

- zinco-carbone (per apparecchi a basso consumo, come telecomandi e sveglie);

- alcalino-manganese (per apparecchi ad elevato fabbisogno di energia);

- litio (per fotocamere, orologi da polso o calcolatrici tascabili);

- zinco-aria (batterie per usi specifici, come gli apparecchi acustici);

- ossido d’argento (celle a bottone, ad esempio per gli orologi).

Le batterie secondarie ricaricabili possono invece essere del tipo:

- piombo (utilizzate per l’alimentazione di automobili e camion);

- nichel-cadmio (batterie economiche per apparecchi ad elevato consumo di energia);

- nichel-idruro metallico (per giocattoli, videocamere, apparecchi radio, etc.);

- ioni e polimeri di litio (per fotocamere digitali, pc e smartphone).

Ogni anno, circa 800.000 tonnellate di batterie per auto, 190.000 tonnellate di batterie industriali e 160.000 tonnellate di pile portatili (di cui il 30% ricaricabili) vengono immesse sul mercato in Europa. In Italia questo equivale a circa 8 pile a testa, di cui si stima che soltanto 2 siano avviate ad un corretto smaltimento.

Un dato allarmante considerando che pile e batterie sono altamente inquinanti, poiché contengono metalli pesanti come piombo, cadmio, cromo e mercurio. Questo ultimo elemento, in particolare, anche se presente in quantità minime all’interno delle pile, è altamente pericoloso. Se le pile finiscono in discarica o – peggio – vengono abbandonate nell’ambiente, il rischio di inquinamento, soprattutto delle acque, è molto alto. Basta infatti un solo grammo per inquinare ben 1.000 litri di acqua. Nasce da qui la necessità di una raccolta ad hoc per questo tipo di materiali, come stabilito anche dal Decreto Legislativo 188 del 20 novembre 2008.

pile-usate-batterie-esaustePile e batterie: come smaltirle correttamente

A causa del loro potere inquinante le pile non vanno mai buttate fra i rifiuti urbani, ma vanno smaltite a parte. Per quanto riguarda le batterie primarie, è possibile conferirle nei punti di raccolta presenti in tutte le città italiane, solitamente posti nei pressi di centri commerciali e in centro città. In alternativa, è possibile consegnarle nei negozi autorizzati alla raccolta o direttamente nei centri di raccolta (isole ecologiche).

Allo smaltimento delle batterie delle auto, invece, ci penseranno i concessionari e le officine meccaniche a cui ci si rivolgerà per la sostituzione.

Se abbiamo ancora dei dubbi e non sappiamo bene dove portare le nostre pile, non esitiamo a chiedere informazioni più dettagliate al Comune o alla società che si occupa del servizio di asporto rifiuti nella nostra città.

Il corretto smaltimento delle pile permette di recuperare e riutilizzare i metalli pesanti

È possibile riciclare almeno il 60% dei materiali che compongono pile e batterie, immettendoli nuovamente nel ciclo produttivo. Dal manganese e dal nichel si possono ottenere ad esempio pentole e utensili da cucina, dallo zinco si può ricavare argenteria, dal rame i cavi elettrici. Ma non è finita qui: dal cobalto si ricavano i magneti, dal cadmio le saldature e dal piombo è possibile ottenere nuove pile.

Il restante 40% dei materiali non viene riciclato per mancanza di tecnologie adatte, a causa di costi troppo elevati o ancora perché il processo di recupero produrrebbe troppi scarti, con beneficio nullo per l’ambiente. È per questo motivo – e per il fatto che comunque il processo di smaltimento e riciclo delle pile rimane estremamente complesso – che è la scelta migliore è sempre quella di orientarsi, ove possibile, verso l’utilizzo di apparecchiature e strumenti ad alimentazione elettrica. In alternativa, utilizziamo batterie ricaricabili. Eviteremo con questi semplici accorgimenti di produrre inutili rifiuti potenzialmente inquinanti e difficili da smaltire.

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Le pile non vanno mai buttate fra i rifiuti urbani, ma vanno smaltite a parte: conferendole nei punti di raccolta presenti nelle città, nei negozi autorizzati o direttamente nelle isole ecologiche.

Pile e batterie: prima del riciclo, il riuso

Infine, prima di smaltire correttamente le pile usate, non dimenticate di verificare che non vi sia ancora un certo quantitativo di energia utilizzabile al loro interno. Come fare? È veramente semplice: basta spostare le pile in un apparecchio a basso assorbimento energetico, come ad esempio il telecomando della tv o una sveglia.

Secondo una ricerca condotta nel 2013 dalla European Recycling Platform, nel nostro Paese le pile vengono buttate via quando al loro interno hanno ancora disponibile il 41% circa dell’energia iniziale. Una quantità più che sufficiente per far funzionare correttamente un apparecchio con un tasso di assorbimento energetico minore, ma anche – considerando l’energia residua presente nel totale delle pile gettate via annualmente in Italia – per alimentare a pieno regime circa 600.000 abitazioni per un’ora intera.

logo-quadrato-con-claim-trasparente-e1413477569439Alessandra Varotto