Scatole di cartone, bottiglie di plastica, lattine, involucri voluminosi sempre più colorati e accattivanti. Il packaging costituisce da sempre una delle componenti più incisive sulle scelte d’acquisto dei consumatori, soprattutto se i prodotti in questione sono cibi e bevande.

Alla magia del colpo d’occhio, però, corrisponde spesso l’enorme impatto ambientale che imballaggi, confezioni e contenitori comportano. Nella maggioranza dei casi si tratta di materiali ingombranti, inquinanti e difficilmente biodegradabili: uno su tutti la plastica. Un consumo che si perpetua a ritmi insostenibile e che raramente è compensato da uno smaltimento efficace e volto al riutilizzo.

È così che da irresistibili ed estemporanei desideri percettivi, gli imballaggi si trasformano in rifiuti nel breve tempo di una consumazione. C’è chi, dunque, ha scelto di studiare modi virtuosi per rivoluzionare il concetto di confezione, inglobandolo il più possibile in quello di consumo. Nasce da qui l’idea del packaging commestibile, una soluzione innovativa in grado di abbattere in modo significativo la produzione di rifiuti da imballaggio e l’inquinamento che ne consegue.

pellicola-derivata-dal-latte

L’ultima invenzione in fatto di involucri da sgranocchiare arriva dal Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti, che ha messo a punto una sorta di pellicola alimentare derivata dalla proteine del latte, come la caseina, che oltre ad essere naturale e biodegradabile è anche perfettamente commestibile.

Reso resistente grazie alla pectina estratta dai limoni, questo nuovo materiale è in grado di azzerare l’impatto dei nostri spuntini, permettendo inoltre una migliore conservazione dei cibi e un maggiore apporto di nutrienti. Si stima che le prime pellicole ottenute dal latte possano arrivare sul mercato entro i prossimi tre anni, e che il loro avvento rivoluzionerà in modo significativo il nostro modo di concepire gli imballaggi per alimenti.

Mangiare gli involucri per non danneggiare il pianeta è una prospettiva che già in passato ha sortito risultati interessanti. In questo senso si è distinto il giovane italiano Riccardo De Leo, la cui creatività e la cui cura dell’ambiente hanno portato alla progettazione del “Domopak commestibile”. Si tratta di un materiale ecosostenibile e bio-edibile, realizzato con sostanze antimicrobiche, utile ad avvolgere il nostro cibo ma senza pesare sul pianeta.

Ohoo, la bolla d'acqua commestibile

Ohoo, la bolla d’acqua commestibile

A qualche anno fa risale invece l’intuizione di tre studenti londinesi, quella di sostituire le vecchie e impattanti bottiglie d’acqua con delle piccole membrane che, una volta esaurito il liquido contenuto, possono essere a loro volta ingerite. L’invenzione, chiamata Ohoo, consiste in vere e proprie bolle prodotte tramite cucina molecolare con alghe brune e cloruro di calcio, igieniche, biodegradabili e potenzialmente realizzabili anche in casa.

Quello dei contenitori alimentari commestibili è un terreno appena esplorato e in continua crescita, che negli ultimi anni sta provando a rispondere con i fatti all’esigenza urgente di porre fine all’utilizzo sregolato e irresponsabile di imballaggi e materiali che gravano sulla salute del nostro pianeta. Obiettivo di fondamentale importanza condiviso anche dall’ottava edizione della Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti, in programma da sabato 19 a domenica 17 novembre 2016 e dedicata agli imballaggi, tra riciclo ed eco-design.

L’avvento di invenzioni come queste apre la strada ad uno scenario ricco di opportunità che può potenzialmente abbracciare gli aspetti più disparati della nostra vita quotidiana. In un futuro non molto lontano, mangiare una bottiglia potrebbe essere il modo più goloso per aiutare l’ambiente.

logo-quadrato-con-claim-trasparente-e1413477569439Alberto Pinto