Combattere l’inquinamento dei mari e degli oceani riciclando reti da pesca abbandonate e rifiuti di plastica: è questa la nuova tendenza che si sta diffondendo tra giovani designer, aziende con una filosofia green, ma anche fra enti che da sempre tutelano l’ambiente e il mare.

Secondo recenti statistiche quasi il 90% degli oggetti che galleggiano nelle acque salate sono rifiuti di plastica e ben il 10% di essi è costituito da reti da pesca abbandonante. Dati impressionanti che evidenziano sempre più quanto gli oceani siano ormai una discarica a cielo aperto che distrugge gli ecosistemi marini e minaccia la sopravvivenza dei mammiferi.

Immagine regioneambiente.it

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E’ necessaria, quindi, un’inversione di tendenza: a provarci, tra tanti giovani, gli americani David M. Stover, Ben R. Kneppers e Kevin J. Ahearn, che con Bureo hanno lanciato nel 2013, fra Stati Uniti e Cile, il programma Net positiva per la raccolta e il riciclaggio delle reti da pesca.

Collaborando con i pescatori di Caleta Tumbes, in Cile, sono stai installati punti di raccolta dove i pescatori possono depositare le reti da pesca non più utilizzabili, salvaguardando l’ambiente.

Le reti raccolte, dopo un lungo processo di lavorazione e d’innovazione, sono utilizzate per la produzione di occhiali da sole di design, denominati Ocean, e skateboard cento per cento riciclati.

Immagine nextpremium.com

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Anche Adidas, in collaborazione con Parley, un’organizzazione che si batte per la tutela dei mari, mira a riciclare materie plastiche ripescate dagli oceani per trasformarle in scarpe. Per ora in produzione limitata, la scarpa sarà creata con rifiuti plastici e reti da pesca illegali, ma l’aspetto sarà quello di una classica scarpa da corsa.

In Italia, invece, segnaliamo il progetto DeFishGear, voluto da imprese di pesca professionale per salvare il mare Adriatico dall’inquinamento. Le reti da pesca raccolte sono destinate a essere trasformate in nylon da cui si ricavano tappeti e capi d’abbigliamento come costumi da bagno, calze e scarpe.

C’è anche chi va oltre proponendo di trasformare rifiuti di plastica, questa volta raccolti nel Mar Ligure, in kit didattici destinati all’educazione ambientale marina dei bambini non vedenti. Il progetto è stato portato avanti dalla Scuola di Robotica di Genova con la collaborazione di Costa Crociere Foundation e delle associazioni di pescatori della Liguria. La trasformazione dei rifiuti di plastica sarà possibile attraverso un processo di stampa 3D e tutto dovrebbe essere pronto per l’inizio del 2017.

Progetti diversi fra loro, ma con l’unico obiettivo di salvaguardare il mare e di promuovere il riciclo, la sostenibilità ambientale, l’innovazione e la ricerca.

Immagine news liguria

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Il futuro green prevede innovazione e recupero di materiale di scarto destinato alla discarica per dargli una seconda vita. Un’inversione di tendenza che deve interessare sia chi produce, ma anche chi acquista, per una produzione e un consumo sempre più consapevoli che sorridano al mare e all’ambiente.

logo-quadrato-con-claim-trasparente-e1413477569439Valeria Rocca