Gli Stati Uniti, come tutti gli altri paesi ricchi del mondo, sprecano enormi quantità di cibo e gran parte dello spreco comincia ancora prima che gli alimenti arrivino sulle tavole. La grande distribuzione scarta infatti numerosi prodotti per via di forme, colori e dimensioni che vengono ritenuti non idonei alla vendita e quindi buttati via.

Per la frutta e la verdura questo accade con perizia scientifica: una zucchina troppo grande, una melanzana troppo schiacciata, una pera troppo scura o un ravanello troppo pallido, non possono rovinare la bella composizione omogenea di uno scaffale da supermercato. I prodotti “brutti” o esteticamente “non conformi” se ne devono stare alla larga insomma. Pazienza se per produrli sono state utilizzate preziose risorse naturali, sono stati sfruttati intensamente i terreni e, non ultimo, è stato usato il lavoro dell’uomo, spesso non tutelato e sottopagato.

In alcuni stati europei le iniziative per cercare di non buttare via il cibo scartato secondo parametri puramente estetici sono sempre più diffuse – vedi ad esempio il supermercato danese wefood – ma presto potrebbe cambiare qualcosa anche negli Usa.

verdura

Whole Foods Market, gruppo texano presente con centinaia di punti vendita non solo negli Stati Uniti ma anche in Canada e nel Regno Unito, ha infatti deciso di adottare il “movimento del cibo brutto”: frutta e verdura esteticamente danneggiate, ma commestibili al pari di quelle “belle”, a partire da aprile saranno messe in vendita nei negozi della California del Nord. Si tratta di un progetto pilota organizzato insieme alla startup locale Imperfect Produce.

“Il nostro obiettivo è eliminare qualsiasi spreco e siamo sempre alla ricerca di sistemi che possano ridurre l’impatto collettivo e influenzare in maniera positiva l’industri alimentare”, hanno sostenuto i vertici della catena di supermercati.

La Imperfect Produce, lanciata lo scorso anno, che consegna già frutta e verdura di seconda scelta a 2.200 clienti della Bay Area a prezzi inferiori a quelli dei negozi, per Whole Foods contrassegnerà i prodotti di questo tipo, per differenziarli dalle prime scelte.

whole foods market

Secondo le stime della USDA (United States Department of Agricolture – Dipartimento Statunitense dell’Agricoltura, N.d.T.) gli USA gettano in pattumiera circa un terzo delle riserve alimentari. Il National Resources Defense Council (Consiglio Nazionale per la difesa delle risorse, N.d.T.), noto gruppo ambientalista, dice che è come se si comprassero cinque sacchetti della spesa per poi abbandonarne due prima di portarli a casa.

Il progetto pilota di Whole Foods va nella direzione opposta, con l’intento di abbandonare sempre meno sacchetti lungo la strada.

Bruno Casula per Eco dalle Città