Lavoriamo insieme per rendere la nostra nazione, le nostre città, le nostre case e i nostri luoghi di lavoro puliti, sicuri e salubri”. È con queste parole che lo scorso 9 dicembre John Magufuli, nuovo Presidente della Tanzania, si è rivolto al suo popolo mentre a mani nude e in abiti da lavoro raccoglieva i rifiuti sparsi lungo le strade di Dar es Salaam.

Eletto lo scorso ottobre, Magufuli con la sua semplicità ha già conquistato il cuore dei tanzaniani, gettando solide fondamenta per un nuovo corso verso cui proiettare il Paese africano. È così che, in occasione della festa nazionale per l’indipendenza, il Presidente è sceso in strada a rimuovere personalmente la spazzatura nelle aree circostanti il palazzo presidenziale, invitando tutti i cittadini a fare altrettanto nei propri villaggi e nelle proprie città.

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Una vera e propria azione collettiva di clean up al posto di parate e celebrazioni ufficiali, abolite da Magufuli a causa dei costi spropositati, soprattutto per un Paese povero che lotta quotidianamente contro lo spettro del colera. In molti si sono uniti al Presidente, lavorando fianco a fianco per sgombrare le strade della città dalla spazzatura. In centinaia, in tutta la Tanzania, hanno accolto il suo invito a festeggiare la ricorrenza ripulendo villaggi e spazi sociali.

Quello di Magufuli, già ribattezzato “The Bulldozer” e “il Presidente spazzino”, è molto di più che un semplice gesto metaforico di un governo impegnato a far pulizia di rifiuti, sprechi e corruzione. Si tratta invece dell’esempio di un uomo umile, deciso a trascinare la Tanzania via dall’emergenza ambientale da cui è minacciata.

L’enorme quantità di rifiuti che sommerge il paese, oltre ad essere causa di infezioni e mortalità, è il sintomo di un inadeguato sistema di smaltimento, soprattutto per quanto riguarda materiali ingombranti e non biodegradabili, come la plastica.

Da qui nasce la necessità di guardare con ambizione ad un progetto che mira innanzitutto al progresso in questo campo, e che nell’immediato si declina attraverso la lotta alla plastica, sostenuta dal Ministro dell’Ambiente della Tanzania January Makamba.

Il Presidente Mugufuli raccoglie i rifiuti per le strade di Dar es Salaam

Il Presidente Mugufuli raccoglie i rifiuti per le strade di Dar es Salaam

L’idea è quella di combattere la produzione e l’utilizzo di imballaggi e sacchetti di plastica, rendendoli illegali. Oltre a danneggiare l’ambiente, soffocando l’ecosistema marino e quello costiero, la plastica rappresenta una minaccia per la sopravvivenza della biodiversità tanzaniana e un pericoloso intralcio per il regolare funzionamento delle fogne e dei canali di scarico del Paese.

Sulla scia dei buoni risultati ottenuti da politiche simili in Bangladesh e in Rwanda, il governo della Tanzania punta ad incoraggiare l’uso di materiali biodegradabili e lo studio di più efficaci sistemi per la gestione dei rifiuti.

In pieno stile Let’s Clean Up 2016, storie come quelle del Presidente Magufuli, di Wayne Dixon e di Achut Gurung, ci insegnano che anche l’azione di un singolo può fare grandi differenze. Lo spirito attivo e propositivo del Presidente spazzino non ha soltanto risvegliato il senso civico dei tanzaniani, ma ha anche creato un nuovo paradigma a cui tutto il mondo guarda con ammirazione.

Grazie all’hashtag #WhatWouldMagufuliDo, lo stile del Presidente ha fatto il giro del mondo social, e con esso le immagini di un uomo e di un popolo pronti a rimboccarsi le maniche, a collaborare e a battersi per costruire insieme un mondo migliore.

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  Alberto Pinto