Secondo le ultime stime, ogni anno nell’Unione europea si sprecano circa 100 milioni di tonnellate di cibo. Lo scorso ottobre il Commissario europeo per la Sanità e sicurezza alimentare, Vytenis Andriukaitis, aveva dichiarato che senza un intervento decisivo “i rifiuti alimentari potrebbero superare i 120 milioni di tonnellate entro il 2020” e aveva auspicato che i cittadini europei “capissero meglio il valore e i benefici delle tecnologie alimentari e adottarle in quanto strumento utile per risparmiare denaro e ridurre contemporaneamente l’impronta ambientale”.

Il paese che sembra averlo capito meglio di tutti è la Francia, dove le iniziative di lotta agli sprechi alimentari sono stanno per essere istituzionalizzate con la pubblicazione di una legge nazionale a cui si sta lavorando da tempo. Dopo l’approvazione di maggio alla Camera, le misure all’inizio del 2016 dovranno passare dal Senato per l’approvazione definitiva. La proposta di legge che mira ad azzerare gli sprechi è stata presentata dal deputato Guillaume Garot (PS), ex ministro con delega all’agroalimentare, e sottoscritta da più di 300 deputati di tutti i partiti. Innanzitutto la norma instaura una gerarchia di linee guida acui ogni attore della catena alimentare deve attenersi: prevenzione dello spreco, regalo o trasformazione per il consumo umano, utilizzo per l’alimentazione animale e, infine, compost per l’agricoltura o valorizzazione energetica.

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Più nel dettaglio la legge vieta ai grandi e medi supermercati (quelli con superficie di più di 400 metriquadri) di gettare il cibo invenduto ancora consumabile e impone ai commercianti di accordarsi con una o più associazioni cui cedere gratuitamente le derrate alimentari. Vieta inoltre ai distributori di restituire deliberatamente il loro invenduto ancora consumabile, pena un’ammenda di 3.750 euro. Dal canto loro, le industrie agroalimentare possono fare dono dei prodotti rifiutati dai distributori, mentre adesso è obbligatorio distruggerli. La lotta contro lo spreco alimentare farà inoltre parte dei programmi scolasticie le aziende potranno inserire le loro azioni di lotta allo spreco nei loro rapporti di Responsabilità sociale e ambientale.

Nel mondo 800 milioni di persone convivono ancora con la malnutrizione. Politiche come quelle francesi vanno nella direzione di rendere efficiente la catena produttiva e distributiva e allo stesso tempo aiutano a “rieducare” i consumatori a ridare valore a ciò che spesso finisce nella spazzatura senza nemmeno passare per la tavola. È chiaro che allo stesso tempo bisognerebbe anche pensare ad una riorganizzazione strutturale del sistema produttivo, che ad esempio fa sì che solo in Italia si lascino nei campi 1,4 milioni di tonnellate di prodotti ogni anno, spesso perché non è conveniente fare la raccolta.