10858579_10205687092765127_5972898942577730595_n Dalla Germania direttamente in Sardegna. Food Sharing è approdato anche in terra sarda nel mese di novembre e conta già un buon numero di “attivisti” del recupero cibo.

Nato dall’idea di Julia Arena sulla scia del più noto e strutturato gruppo Food Sharing tedesco, l’obiettivo è alimentare un dibattito e aumentare la consapevolezza su un tema delicato nel tempo degli sprechi.
Per far parte del gruppo è necessario iscrivere alla pagina facebook e offrire tramite post il cibo che rischia di andare sprecato.
Semplice il passaggio dalla riflessione sul cibo in eccesso alla condivisione tramite annuncio sul web, ma la parte genuina dell’iniziativa sta proprio in quello che avviene dopo. Nell’incontro tra persone e nel “contagio” di buone pratiche che, si spera, gradualmente diventino la consuetudine.
E così sulla pagina fb, con tanto di regolamento, si legge si apprendono le modalità di partecipazione:

1) Pubblicare la foto del prodotto che si vuol regalare, specificando la data di scadenza e inserendo la zona in cui abiti.

2) L’interessato potrà prenotarsi commentando o tramite messaggio privato per definire meglio luogo, data e ora dello scambio.

3) Una volta che lo scambio è andato in porto, commentare il tuo annuncio con scritto “chiuso” o cancellare il post

E per chi avesse ancora dubbi ecco le FAQ:

A) Cosa si può offrire?
Si può offrire qualunque cosa. Verdura, frutta, prodotti confezionati, surgelati, bibite, cibi per bambini o animali, etc. Anche prodotti in scadenza o oltre la data di scadenza se reputate possano essere ancora buoni (è il caso di tantissimi prodotti).

B) Si può chiedere se qualcuno ha disponibilità di qualche prodotto?
Il sistema funziona anche al contrario: ovvero se qualcuno cerca qualche prodotto in particolare, chiunque è liberi di postare una richiesta. Allo stesso modo è possibile proporre scambi, ovvero offrire prodotto A in cambio di prodotto B.

C) L’attività è a scopo di lucro? Si deve diventare soci?
Il gruppo non è a scopo di lucro né una cooperativa/associazione. Si tratta semplicemente di uno spazio comune per agevolare scambi che avverranno nel privato (niente magazzini o punti di raccolta, i membri coinvolti nello scambio dovranno organizzarsi tra loro).

Accolto subito con entusiasmo dai cagliaritani, sul gruppo presto sono stati proposti progetti inerenti, creazione di un sito web per coinvolgere anche chi non ha facebook, di un’app o, addirittura, come ha spiegato a Sardina Post Julia, di una cooperativa sociale con dipendenti e una rete ben organizzata. Aspettative “premature” vista la nascita recente del gruppo e come afferma l’ideatrice stessa, ma che fa ben sperare, su un livello più generale e oltrepassando i confini dell’isola, che si tratti di un nuovo modo di approcciarsi al tema dello spreco alimentare in un contesto storico che vede milioni di persone che, al contrario, soffrire la fame.

Di Angela Conversano per Eco dalle Città