Dallo scarto alla risorsa con pochi e semplici accorgimenti.

Pur essendo risaputo, molti di noi ignorano che dagli scarti alimentari di alcuni vegetali può rinascere lo stesso ortaggio. Molti di noi sanno che è possibile ma poi non hanno mai applicato queste loro conoscenze. Se ci pensate non è difficile e con un po’ d’impegno tutti possono coltivare il proprio orto nato, invece che dalla semina, dai propri rifiuti. Può suonare sgradevole ma, provando a guardare la questione sotto un altro punto di vista, si possono abbattere illogici tabù. È possibile dunque ottenere cibo da quei pezzi di frutta e verdura che non mangiamo e che andrebbero altrimenti a finire nell’umido, concorrendo a produrre inquinamento e danni per l’ambiente. Facendo ricrescere le piante dalle piante, avremo invece a disposizione cibo autoprodotto, a km0 e anche a costo zero. Ma soprattutto eviteremo la produzione di rifiuti, inutili.

Ovviamente non tutti gli scarti alimentari sono adatti ad essere riprodotti. Tra i vegetali che possiamo far ricrescere ci sono: cipolle, porri, aglio, insalata, patate, ananas, sedano, carote e basilico.

Alcuni scarti prevedono una prima immersione nell’acqua. Una volta nate le radici vanno trapiantati. È il caso ad esempio della lattuga. Altri scarti vanno invece piantati direttamente nella terra. Su internet è semplice trovare le istruzioni da seguire per ottenere buoni risultati in tempi più o meno lunghi.

Per quanto riguarda l’ananas ad esempio ci vorrà molta pazienza e molto probabilmente non si raccoglieranno mai i frutti. Io però non perdo le speranze. Ho una belissima pianta d’ananas che è stata ottenuta con questo procedimento ad opera di una mia amica che ha utilizzato un ciuffo del frutto esotico proveniente da Cuba.

Se avete intenzione di far rinascere cibo dal cibo vi consigliamo di utilizzare prodotti biologici e non trattati. Forza provateci anche voi e inviateci le foto dei vostri raccolti!

logo quadrato con claim trasparentedi Eleonora Anello per eHabitat.it